1 Ottobre 2022

Spese doganali – Classificazione, origini e regimi. Conoscerli bene per ridurre dazi e costi

Conoscere a fondo le norme che regolano il commercio internazionale permette di ridurre dazi e costi

“L’unico vantaggio competitivo sostenibile consiste nella capacità di apprendere e di cambiare più rapidamente degli altri”
(Philip Kotler, esperto di marketing internazionale)

 

All’operatore economico del XXI secolo che si affaccia sul mercato estero è richiesta una tale quantità di conoscenze – a livello normativo, ma anche logistico, organizzativo, ecc. – che spesso la strada scelta per districarsi, pur essendo la più semplice o quella più utilizzata, non è la più vantaggiosa dal punto di vista economico. Ciò espone al rischio di non essere competitivi. Non a caso il termine “competenza” ha in comune con il sostantivo “competizione” la stessa radice nel verbo latino “competere”: già gli antichi ci suggerivano come avere successo: attraverso una profonda conoscenza dello scenario entro il quale ci muoviamo. Ecco perché per affermarsi sul mercato internazionale bisogna conoscerne in maniera approfondita norme e regolamenti.

 

UNA CORRETTA CLASSIFICAZIONE

L’attuale sistema di classificazione dell’Unione Europea (UE) si basa su 2 elementi: la nomenclatura combinata (NC), sviluppata dall’Organizzazione mondiale delle dogane (WCO) ed utilizzato per la tariffa doganale comune dell’UE, e la tariffa integrata (TARIC), che fornisce informazioni su tutte le politiche commerciali e le misure tariffarie applicabili a merci specifiche nell’UE.

La classificazione doganale serve ad individuare la corretta voce di classificazione delle merci per evitare di importare prodotti vietati, evitare di esportare prodotti soggetti a divieti/embarghi, pagare correttamente i tributi riscossi in dogana.

 

IL TEMA DELL’ORIGINE DELLE MERCI

L’Origine delle merci si inserisce tra le tematiche di rilievo per la compliance doganale e rappresenta uno degli elementi fondamentali dell’accertamento doganale.

L’origine non preferenziale è alla base dell’applicazione, negli scambi internazionali con paesi terzi, delle misure daziarie ordinarie così come del dazio antidumping e compensativo, del regime dei contingenti, dei massimali tariffari di importazione, di altre misure di politica commerciale non tariffaria dell’UE; è rilevante, tra l’altro, per il rilascio dei certificati di origine all’export, e per la definizione del Made In.

L’origine preferenziale è invece alla base dell’applicazione, in virtù di accordi tra stati o concessioni unilaterali, di trattamenti favorevoli in dogana, come l’aliquota daziaria ridotta o l’esenzione dai dazi all’importazione.

 

Una corretta gestione dell’origine preferenziale delle merci può comportare grossi vantaggi per l’azienda, in quanto consente di beneficiare di:

applicazione di dazi doganali agevolati o nulli sui prodotti scambiati tra due paesi contraenti

abbattimento dei costi dell’azienda

miglioramento dei flussi finanziari

scelta dei fornitori da cui approvvigionare materiali e merci in funzione della loro localizzazione produttiva, consentendo all’impresa cliente di accedere ai benefici fiscali della preferenzialità.

 

I REGIMI SPECIALI

Il regime del perfezionamento attivo consente di utilizzare merci non unionali nel territorio doganale UE per effettuare operazioni di perfezionamento senza essere soggette a dazi all’importazione, ad altri oneri, a misure di politica commerciale che vietano l’entrata o l’uscita di merci dal territorio doganale UE. Favorisce la localizzazione di produzioni e lavorazioni nel territorio doganale UE.

Il regime del perfezionamento passivo permette l’effettuazione di lavorazioni di merci unionali fuori dal territorio doganale dell’UE e l’importazione dei prodotti trasformati in esenzione totale o parziale dai dazi all’importazione. Rientrano tra i regimi speciali anche i depositi doganali, che consentono la custodia di merci a tempo indeterminato senza il pagamento di tributi, l’uso finale che permette di impiegare merci a dazio ridotto, quando destinate ad un particolare utilizzo, e l’ammissione temporanea per l’ingresso di merci per un periodo limitato in esonero totale o parziale dai dazi.

 

A PROPOSITO DI BREXIT

L’annunciata uscita del Regno Unito dall’UE, prevista per il 30 marzo 2019, avrà importanti ricadute nella ridefinizione degli scenari commerciali e deve richiamare le aziende alla massima attenzione e in linea con le indicazione della Commissione Europea e dell’Agenzia delle Dogane, indurre le stesse, dopo un processo di analisi interna, ad attivare le contromisure per un eventuale scenario di “no deal”, purtroppo sempre più possibile considerata la confusione attualmente presente nel Regno Unito. Spetterà alle aziende il compito di attivarsi sin d’ora per non farsi trovare impreparate di fronte al nuovo contesto.

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